lunedì 13 gennaio 2014

Avrei voluto che… (prime feste e primi malanni)

… il primo Natale della Piccolina e il primo Capodanno e la prima Epifania e il primo viaggio nella mia citta' natale fossero speciali, una occasione da immortalare, da inserire nel libro dei ricordi felici.

E, invece, per merito della mia famiglia natale tutto e' stato avvolto nel solito dramma che mi perseguita da quando sono nata, che ha ammorbato tutto lasciandomi inerme di fronte ad un'ennesima occasione per vivere dei momenti importanti belli insieme rovinata per futili e patetiche scene degne del peggior melodramma.

E come se questo non fosse gia' abbastanza si sono aggiunte anche le malattie... =_="


Queste feste e il soggiorno in Italia andranno ad arricchire il bagaglio di sensi di colpa che ho nei confronti della mia Piccolina, per non essere stata capace di tenere tutto questo lontano da Lei e dalla MIA Famiglia.


Tutto offuscato, il primo albero addobbato insieme, il vestitino rosso comprato apposta per l'occasione, la gioia del celebrare le feste per la prima volta in tre, un tentativo di recuperare anche le feste dell'anno scorso, passate tutte in ospedale con il pericolo a spada di Damocle sulle nostre teste.

Siamo riusciti ad aprire i regali solo nel tardo pomeriggio di S. Stefano ed e' stato molto bello, se tralasciamo che era il 26.12 pomeriggio, appunto.
La Piccolina ha aperto tutti i suoi regali e ad ogni pacchettino mi guardava con sguardo interrogativo "come mai tutte queste cose nuove e belle?"

Ancora non ha capito il giochetto del Natale ;-)

Del Capodanno, trascorso in Italia, non parlo.
Anzi di una cosa si': eravamo preoccupati per la reazione ai botti che non aveva mai sentito.. ebbene, se l'e' dormita di gusto in barba al gran casino fuori dalla finestra… questa bimbetta e' sempre una sorpresa! o_O

Poi mi sono ammalata io quando c'era bel tempo.
E poi c'e' stato brutto tempo. 

E nell'unico giorno di sole l'abbiamo portata all'Acquario di Genova.
Nel giorno del suo decimo complimese.

Un'emozione bellissima farle vedere tutta la bellezza e la varieta' della natura, respirare il mare e godere il sole e la brezza leggera, assaggiare la focaccia.

Quanto mi e' mancata Genova, e quante volte in questo anno e mezzo di lontananza forzata l'ho sognata e ho pianto per non poterci andare.
E ora l'ho mostrata alla mia Piccolina, finalmente.
E' stata purtroppo solo una toccata e fuga ma bisogna accontentarsi delle piccole soddisfazioni, no?

E poi si e' ammalata Lei.
Struggimento e sgomento e impotenza di fronte ad un esserino cosi' piccolo con 40 di febbre, per la PRIMA volta.
Una notte orribile, di pianto, dei suoi occhi che mi chiedevano di far smettere il male, del suo calore cosi' forte nelle mie mani, nelle mie braccia.
Le medicine omeopatiche che avevamo con noi non hanno fatto una beata mazza e non avevamo paracetamolo con noi.
Quindi con gli impacchi di acqua tiepida e un po' di sorsi d'acqua bevuti abbiamo tirato mattina e ho chiamato la mia pediatra in D che mi ha consigliato di darle il paracetamolo 125 mg in supposte e cercare un pediatra per farla visitare.

Grazie ad un'amica ho avuto il nome di un pediatra dal quale siamo andati nel pomeriggio.

E io che mi lamentavo dei pediatri tedeschi.
Per visitare la piccola l'ha fatta piangere come un'ossessa, forzandola a stare sul lettino, maneggiandole l'addome come fosse pasta di pizza, cacciandole il legnetto in gola con la forza.
Dico solo che poi la Piccolina, per il resto del pomeriggio e la sera ha rifiutato di andare in braccio al papa', maschio come il dottore.

E poi mi ha fatto passare come un favore la visita, dicendomi che la carta sanitaria europea da loro non vale. 
Abbellooo… ma pensi che siano pirla i tuoi pazienti??? 
Almeno abbi i contro attributi di dire che non hai voglia di compilare tutte le scartoffie che dovresti, che fai migliore figura… 
Mai. piu'. da. lui. >:-(

Comunque mi ha detto che era un virus quindi paracetamolo per la febbre alta e fermenti lattici per la diarrea.
Per fortuna dopo due giorni la piccola si e' rimessa e non abbiamo dovuto ripetere l'esperienza dal pediatra.
Che brutto poi non essere a casa propria con una bimbetta piccola che sta male... il disagio si quintuplica, per tutti.


E alla fine ci siamo fatti le nostre belle 9 ore di viaggio di ritorno (a seguito di 5 ore per impacchettare e caricare la macchina) e siamo tornati a casa.
Finalmente soli.
Esausti.

Tramortiti da queste feste che dovevano caricarci un po' le batterie, ammazzare l'esaurimento, riallacciare amicizie appesantite dalla lontananza, rimpinguare il guardaroba di bei vestiti, rinfrescare l'appetito di buoni sapori, risollevare il nostro morale e darci almeno una minima sensazione di tregua e, perche' no, anche regalarci abbracci e calore famigliare per sentirsi un po' piu' sicuri, per non sentirci soli a continuare a lottare contro il fiume in piena che ci ha investiti da qualche anno a questa parte.

E no. 
Proprio no.

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